Nidil Cgil, Felsa Cisl e UilTemp proclamano lo sciopero nazionale dei lavoratori somministrati in forza presso il Ministero dell’Interno per la giornata del 21 marzo 2022 con presidio nazionale che si terrà a Roma di cui daremo dettagli nelle prossime comunicazioni.
Per trattare dello stato di agitazione dei circa 1.400 lavoratori somministrati presso il Ministero dell’Interno erano presenti, oltre a Nidil Cgil, Felsa Cisl e UilTemp, anche il Presidente della Commissione Nazionale e una rappresentanza del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, oltre ai rappresentanti delle Agenzie per il Lavoro interessate.
Nel corso dell’incontro abbiamo sottolineato come il pericolo dell’interruzione dei contratti dei lavoratori somministrati in forza presso il Ministero dell’Interno rappresenti un enorme paradosso operativo. Il nostro sistema di accoglienza, già sotto forte pressione, si troverà ad affrontare l’apice di quello che l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha definito “un esodo senza precedenti” proprio in prossimità delle scadenze dei 1.400 lavoratori che fino ad oggi hanno garantito servizi essenziali quali il riconoscimento del diritto di asilo, dei permessi di soggiorno, delle procedure di emersione e delle altre pratiche connesse all’immigrazione su tutto il territorio nazionale.
Crediamo che la solidarietà verso chi scappa dalla guerra non si fa con le parole ma in primis riconoscendo i diritti delle persone: questi lavoratori sono il ramo operativo senza il quale nessuna accoglienza è tecnicamente possibile.
Dal momento che, come sottolineato dal Ministero, tutti gli strumenti amministrativi ordinari non sono più utilizzabili per motivi di natura normativa e procedurale, Nidil Cgil, Felsa Cisl e UilTemp chiedono con forza che il Ministro dell’Interno e il Governo prendano in carico la questione e predispongano misure straordinarie per far fronte a una situazione anch’essa straordinaria e arrivare alla proroga dei contratti.
Ai lavoratori, ormai prossimi alla scadenza a fine marzo, le Organizzazioni Sindacali chiedono di continuare la mobilitazione iniziata con la proclamazione dello stato di agitazione. Crediamo infatti che solo attraverso una forte iniziativa rivendicativa si possa arrivare a sensibilizzare l’opinione pubblica e chi ha responsabilità di governo verso la necessità di intervenire subito per non trovarsi completamente impreparati il 1 di aprile.