La legge di bilancio rifinanzia per il 2022 con 20 milioni di euro la misura contenuta nel decreto legge 34 articolo 103 comma 23 e prevede la possibilità di un periodo complessivo di 18 mesi dei rapporti di lavoro dei somministrati impiegati per gli obiettivi contenuti nella legge.
Ricordiamo che le lavoratrici e i lavoratori impiegati in somministrazione negli Uffici interessati sono essenziali per rendere esigibili diritti basilari per le lavoratrici e lavoratori migranti, quali le procedure di emersione e il possesso di un permesso di soggiorno. L’intervento è nel solco nella direzione auspicata dalle Organizzazioni Sindacali, ma le risorse stanziate paiono insufficienti per coprire i fabbisogni occupazionali complessivi.
Conseguentemente si chiede una chiarezza del percorso, anche al fine di mettere le lavoratrici e i lavoratori nella condizione di avere una certezza di continuità lavorativa. Inoltre, chiediamo di avere informazioni anche per le lavoratrici e i lavoratori EMAS impiegati anche nelle commissioni territoriali le cui risorse sono attinte dai fondi FAMI.
Le proroghe attuate a fine anno non rispondono agli impegni presi, che prevedevano la continuità occupazionale per tutti sino alla durata dello Stato d’emergenza (attualmente al 31 marzo pv) e non è chiaro il motivo di tale cambiamento, in quanto la scadenza prevista per i lavoratori occupati nelle questure è il 31 gennaio. Inoltre il 31 dicembre 2021 è stato finalmente bandito un concorso Ripam per nuove 2293 unità di personale a tempo indeterminato Area II posizione economica F2 , che non prevede nessun riconoscimento del lavoro svolto in somministrazione e il periodo di servizio civile al personale attualmente in servizio presso il servizio Immigrazione.
La misura prevista in legge di bilancio è comunque un’altra misura emergenziale che viene rifinanziata con meno risorse del 2021 e non risponde in termini strutturali all’esigenza di personale che la gestione del fenomeno immigrazione richiederebbe. Sulla base di queste considerazioni le organizzazioni sindacali richiedono con urgenza entro il mese di gennaio un confronto con il Ministero degli Interni per fare chiarezza sull’utilizzo delle risorse, sulla continuità occupazionale e sui percorsi possibili di valorizzazione nelle fasi concorsuali anche future delle esperienze acquisite