Tra il 14 dicembre del 2021 e il 28 febbraio 2022, circa 1400 lavoratori dipendenti di agenzie per il lavoro e impiegati presso Commissariati, Prefetture, Questure e Commissione Territoriali vedranno scadere i loro contratti.
I lavoratori sono coinvolti nelle procedure di emersione del lavoro in nero per cittadini italiani comunitari e extracomunitari (un’emergenza costante e silenziosa del nostro paese) e successiva regolarizzazione dei lavoratori stranieri presenti sul territorio italiano; nel riconoscimento della protezione internazionale; nelle pratiche di riconoscimento dei permessi di soggiorno.
I somministrati rappresentano quindi l’avanguardia della parte operativa dei processi di integrazione degli immigrati, dal momento che, senza le pratiche di cui loro si occupano e che contribuiscono in maniera decisiva ad espletare, non vi è nessuna regolarizzazione dello straniero sul territorio nazionale.
Come si può parlare di integrazione e di accoglienza se si manda a casa chi rende queste parole qualcosa di concreto? Come si fa a parlare di contrasto del lavoro nero senza valorizzare la professionalità di chi è stato coinvolto nelle procedure di emersione dello stesso? L’ulteriore paradosso della situazione che si va configurando è la drammatica carenza di personale al Ministero dell’Interno, che è al momento sottorganico di almeno 5000 unità e i cui lavoratori vanno in pensione a ritmi elevatissimi, nell’ordine delle decine di persone ogni mese. In questa situazione drammatica, come espresso già anche da tanti Prefetti e Viceprefetti, il Ministero non può permettersi in alcun modo di lasciare a casa in 3 mesi oltre 1400 persone che hanno contribuito all’attività ordinaria degli uffici.
Senza il lavoro quotidiano di queste persone l’esigibilità dei diritti previsti dalla Costituzione e dalle leggi delle persone presenti sul nostro territorio sarà resa quasi impossibile, come sa chiunque frequenta le Questure e i Commissariati sul territorio. L’immigrazione non può essere trattata come una emergenza quando è un fenomeno strutturale.
Per questo siamo a chiedere al Ministro Lamorgese di impegnarsi affinché vengano prorogati tutti i contratti di lavoro in questione, trovando le modalità più adeguate e rapide dal punto di vista amministrativo ed, in prospettiva, predisporre un piano di assunzioni straordinario che tenga conto dell’esperienza lavorativa maturata in questo periodo.