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Amazon non diventi fabbrica di precarietà. Aprire discussione su continuità lavorativa

Come Nidil Cgil Roma Lazio, Felsa Cisl Lazio e Uiltemp Roma e Lazio esprimiamo il nostro disappunto per l’ennesimo turn-over di lavoratori somministrati presso Amazon.

È sconcertante che un’azienda il cui fatturato è cresciuto del 50% rispetto allo stesso periodo del 2019 diventi una fabbrica di precarietà in aree della nostra regione già fortemente colpite da disoccupazione e lavoro precario.

Rileviamo per l’ennesima volta che non vengono rinnovati i contratti a centinaia di lavoratori che hanno lavorato per Amazon durante il picco produttivo natalizio e che hanno adempiuto alle loro mansioni con assoluta diligenza.

La circostanza dei mancati rinnovi risulta ancora più incomprensibile a fronte della possibilità offerta dalla legge di derogare la causale per i rinnovi contrattuali fino a marzo 2021 e dal fatto che, a quanto ci risulta, sono aperte delle selezioni per nuove assunzioni di lavoratori da impiegare nelle stesse mansioni dei lavoratori uscenti.

Si fa francamente fatica a capire quale sia la politica aziendale di Amazon che assume centinaia di lavoratori per il tramite delle Agenzie per il lavoro, li forma, ne utilizza le prestazioni per alcuni mesi e poi li rimpiazza sistematicamente con altri lavoratori.

Come organizzazioni sindacali leggiamo dietro questo comportamento una volontà della Azienda di avere a disposizione della manodopera sempre flessibile e precaria da poter sostituire regolarmente con nuova manodopera assunta alle medesime condizioni, ossia con contratti a termine molto brevi.

È tempo che si costruiscano dei percorsi di continuità lavorativa per i lavoratori impiegati presso Amazon. Solo così si potranno dare risposte alle centinaia di lavoratrici e lavoratori che dopo esperienze di lavoro più o meno brevi presso l’Azienda ambiscono ad una legittima stabilità dei loro percorsi lavorativi.

Pertanto auspichiamo che Amazon si assuma le sue responsabilità relative alle politiche del personale con tutte le rappresentanze sindacali, comprese le organizzazioni sindacali dei lavoratori somministrati, che rappresentano la parte preponderante della forza lavoro nelle unità produttive del Lazio.

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